Ieri sera ho rischiato di fare tardi, e per la fretta non mi sono portato uno straccio di penna per prendere due appunti. Quindi ora, con la testa che mi ritrovo, non è che mi ricordi tutto per filo e per segno, però il senso generale di quanto esposto dal relatore l’ho ancora abbastanza chiaro.
E’ stata una serata veramente spesa bene, del forum, oltre ovviamente a Luigi Montini (il relatore), c’eravamo: Gianluca (cincta), Irene (doc) ed io.
L’argomento di partenza, il locale di allevamento:
Fermo restando che, ovviamente, ogni uno di noi ha una diversa situazione, bisogna fare di tutto per rendere idoneo il locale che abbiamo a disposizione in relazione agli animali che intendiamo allevare.
In particolare per gli esotici è importante la luce: Luigi nel suo allevamento ha fisse 16 ore per tutto l’anno.
Le lampade devono possibilmente riprodurre lo spettro solare (ovviamente non ricordo il modello da lui citato). Anche l’intensità è molto importante e deve essere molto alta, più vicina possibile a quella del sole in pieno giorno. Per questa ragione, una illuminazione molto intensa a led specifica per ogni gabbia potrebbe essere una buona soluzione.
E’ importante riscaldare. Quindi se non ci si vuole svenare con le bollette, bisogna coibentare bene il tutto, anche le finestre (sempre chiuse) con vetri doppi.
Arieggiare con apposite ventole che si accendono ad intervalli regolari. In Olanda, quasi tutti utilizzano tale soluzione.
Da studi recenti si è appreso che l’aria viziata viene percepita dall’organismo degli animali come un indice di sovraffollamento, fa aumentare nel sangue degli uccelli le proteine “dello stress”, questo innesca per compensazione una minore fertilità, o comunque abbassa la possibilità di buona riuscita delle cove.
Evitare quindi sempre il sovraffollamento. Non è detto che con 100 riproduttori si fanno più piccoli che con 50. Spesso, per tutta una serie di motivi è vero il contrario. Quindi non affastelliamo gabbie su gabbie per sfruttare fino all’ultimo centimetro dello spazio disponibile.
Per quasi tutte le specie è importante (ma per alcune è essenziale) un minimo di schermatura con piante verdi (vanno bene anche quelle finte), con alcuni uccelli come ad esempio il D. di Tanimbar questo espediente fa la differenza tra il successo e l’insuccesso.
Il colore verde (dato dal lussureggiamento della vegetazione dopo il periodo delle piogge) è una delle componenti che inducono negli uccelli in natura l’inizio della fase dell’estro.
La prevenzione:
E’ importante non introdurre agenti patogeni in allevamento. Quindi se riceviamo in visita altri allevatori, bisogna come minimo disinfettargli con uno spruzzino contenente una soluzione di lisoformio le suole delle scarpe. Noi stessi, dopo aver visitato un altro allevamento o una mostra dovremmo evitare di introdurre contaminanti nel nostro locale. Agli uccelli estranei bisogna fargli osservare un adeguato periodo di quarantena.
Bisogna prevenire, quindi si a cicli periodici di trattamenti. Qui mi scuso ma ho il vuoto, in particolare ho trovato interessante un prodotto per innalzare la difese immunitarie, ed un altro utile per gli acari da mettere nell’acqua (magari lo stesso Luigi potrebbe venirci incontro e diradare questa mia nebbia
).
Alimentazione:
Il concetto di base che dobbiamo avere presente è che in natura, una alimentazione prevalente di semi secchi, è un segnale di impossibilità di realizzare un ciclo riproduttivo.
Tutto si mette in moto con una alimentazione basata su alimenti freschi, principalmente semi allo stato verde ed insetti e loro larve. La presenza di carotenoidi nel cibo è uno stimolo alla riproduzione.
Nel suo allevamento Luigi fornisce per tre quarti dell’anno un’alimentazione molto variata imperniata sul trittico semi immaturi, larve, e verdura (principalmente cetriolo). Il pastone utilizzato è quello iperproteico “unifeed”.
In ogni gabbia ci sono molte mangiatoie (anche dodici) con un assortimento di alimenti che cambia spesso.
Per un paio di mesi all’anno l’alimentazione è costituita solo da semi secchi. Questo regime resetta gli ormoni. Gli uccelli sentono che non ci sono le condizioni per la riproduzione.
Se non si concede questa fase di “riposo” ma si continuano a fornire proteine ed alimentazione “verde”, potrebbero innescarsi squilibri del metabolismo che si scontano al momento della nuova ripartenza.
Il “misto per esotici” classico non è molto adatto, migliore sarebbe un miscuglio con grosse percentuali di semi prativi, tipo loglietto o erba mazzolina.
E’ seguita la proiezione di una carrellata di immagini con le più diffuse graminacee infestanti reperibili nelle zone incolte. Ed anche di quelle coltivate con particolare attenzione al grano, che Luigi miete quando è ancora verde per poi conservarlo congelato, ed il sorgo, da lui definito, quando ancora immaturo, il miglior alimento in assoluto. Anche questo conservabile in freezer, per essere disponibile per tutto il periodo riproduttivo.
Questo ovviamente è un indegno (anche molto stringato) resoconto del tanto esposto.
E’ stata una delle migliori “conferenze” a cui ho assistito. Con tante preziose informazioni, molte delle quali per me inedite.
Pur essendo la relazione “a misura di esotico” la sua abilità è stata anche quella di catturare l’interesse dei tanti canaricultori presenti.
Alla fine tutti gli si sono fatti attorno sommergendolo di domande.
Una gran bella serata, grazie ancora Luigi, sei un grande!!!
Nonostante la presenza in sala di una ragazza con un fisico da paura, tutta la platea è rimasta concentrata sulle parole del relatore.
Mannaggia la foto sfocata!
Edited by sergio 49 - 18/10/2012, 22:35